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Granchio blu. Coldiretti: "Bene la nomina di un commissario"

Si tratta dell'ex prefetto di Rovigo e Ravenna, Enrico Caterino. L'associazione denuncia: "I danni sono già oltre i 100 milioni"

Nella foto, Enrico Caterino, ex prefetto di Ravenna ora commissario per il granchio blu

Con i danni alle imprese ittiche italiane che hanno ormai superato i 100 milioni di euro è importante la nomina di un commissario per fronteggiare l’emergenza granchio blu e garantire le necessarie misure per salvare un settore cardine del Made in Italy. Lo ha sostenuto la Coldiretti Pesca in occasione della nomina dell’ex prefetto di Rovigo e Ravenna Enrico Caterino annunciata questa mattina dai ministri dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a Palazzo Chigi. 

“Con la nomina di Caterino è ora necessario snellire i tempi per liquidare le aziende con l’obiettivo di ripristinare una situazione di normalità e la ripresa dell’attività produttiva dei nostri pescatori – ha dichiarato Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti a margine della presentazione della nomina, in una nota inviata alla stampa -. Chiediamo dunque un incontro subito con il nuovo commissario in accordo con Veneto ed Emilia Romagna”.
Proprio il Delta del Po è la zona dove la presenza del granchio blu sta causando i danni più ingenti, facendo strage di allevamenti di vongole e cozze ma anche telline, altri crostacei e piccoli pesci.

A partire dalla primavera 2023 e a tutt’oggi – spiega Coldiretti, sia nel versante veneto che in quello emiliano la produzione di vongole è stata praticamente azzerata, con il predatore in grado di frantumare letteralmente i gusci dopo averli tirati fuori dalla sabbia dei fondali. Devastati anche gli allevamenti di cozze, a partire dalla pregiata Scardovari Dop. 

Nelle ultime settimane si sono aggiunti ulteriori elementi di difficoltà per il comparto: i granchi si riproducono in dimensioni più piccole, rendendo inutili le reti attuali e obbligando gli operatori a costosi investimenti in nuove attrezzature con reti a maglie adatte a protezione degli impianti delle vongole. Il surriscaldamento delle acque aggrava ulteriormente il problema. 

Una situazione che minaccia la sopravvivenza nella zona di oltre 2.000 famiglie – denuncia Coldiretti -, con una gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e con una difficoltà per gli addetti delle ditte individuali che non possono beneficiarne.

In pericolo c’è l’intero settore dell’acquacoltura, che è uno dei fiori all’occhiello della pesca Made in Italy con un valore della produzione di circa mezzo miliardo di euro, dove la voce più pesante è rappresentata proprio dalle cozze, con le vongole al terzo, secondo l’analisi di Coldiretti. Ma cresce anche la produzione di ostriche che sta diventando un’eccellenza Made in Italy.

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