Spiritualità
Papa Francesco: Corpus Domini, “La Chiesa è una sala grande dove tutti possono entrare”
"Quando si avvicina qualcuno che è ferito, la chiesa è una sala grande per accoglierlo"
![Foto Siciliani-Gennari/SIR Foto Siciliani-Gennari/SIR](/var/cesenate/storage/images/dalla-chiesa/papa-francesco-corpus-domini-la-chiesa-e-una-sala-grande-dove-tutti-possono-entrare/3174612-4-ita-IT/Papa-Francesco-Corpus-Domini-La-Chiesa-e-una-sala-grande-dove-tutti-possono-entrare_articleimage.jpg)
“La Chiesa dev’essere una sala grande. Non un circolo piccolo e chiuso, ma una comunità con le braccia spalancate, accogliente verso tutti”. Ne è convinto il Papa, che nella messa per il Corpus Domini, presieduta ieri pomeriggio nella basilica di San Pietro, ha esortato a chiederci: “Quando si avvicina qualcuno che è ferito, che ha sbagliato, che ha un percorso di vita diverso, la Chiesa è una sala grande per accoglierlo e condurlo alla gioia dell’incontro con Cristo?”. “L’Eucaristia vuole nutrire chi è stanco e affamato lungo il cammino, non dimentichiamolo!”, l’appello: “La Chiesa dei perfetti e dei puri è una stanza in cui non c’è posto per nessuno, la Chiesa dalle porte aperte, che festeggia attorno a Cristo, è invece una sala grande dove tutti possono entrare” .”Una sala grande per un piccolo pezzo di Pane”, ha commentato Francesco: “Dio si fa piccolo come un pezzo di pane e proprio per questo occorre un cuore grande per poterlo riconoscere, adorare e accogliere. La presenza di Dio è così umile, nascosta, talvolta invisibile, che ha bisogno di un cuore preparato, sveglio e accogliente per essere riconosciuta”.
“Se il nostro cuore, invece che a una grande sala – il monito del Papa – somiglia a un ripostiglio dove conserviamo con rimpianto le cose vecchie, se somiglia a una soffitta dove abbiamo riposto da tempo il nostro entusiasmo e i nostri sogni, se somiglia a una stanza angusta e buia perché viviamo solo di noi stessi, dei nostri problemi e delle nostre amarezze, allora sarà impossibile riconoscere questa silenziosa e umile presenza di Dio. Ci vuole una sala grande. Bisogna allargare il cuore. Occorre uscire dalla piccola stanza del nostro io ed entrare nel grande spazio dello stupore e dell’adorazione. Questo è l’atteggiamento davanti all’Eucaristia, di questo abbiamo bisogno: adorazione. E anche la Chiesa dev’essere una sala grande”. “Non puoi spezzare il Pane della domenica se il tuo cuore è chiuso ai fratelli”, ha concluso Francesco: “Non puoi mangiare questo Pane se non dai il pane all’affamato. Non puoi condividere questo Pane se non condividi le sofferenze di chi è nel bisogno. Alla fine di tutto, anche delle nostre solenni liturgie eucaristiche, solo l’amore resterà. E fin da adesso le nostre Eucaristie trasformano il mondo nella misura in cui noi ci lasciamo trasformare e diventiamo pane spezzato per gli altri”.
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