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Papa Francesco: “c’è la terza guerra mondiale, non facciamoci incantare dalle sirene del populismo”

Ieri, domenica 13 novembre, alla Messa della Giornata mondiale dei poveri

foto Sandra&Urbano

Oggi ognuno di noi deve interrogarsi, davanti a tante calamità, davanti a questa terza guerra mondiale così crudele, davanti alla fame di tanti bambini, di tanta gente: io posso sprecare, sprecare i soldi, sprecare la mia vita, sprecare il senso della mia vita, senza prendere coraggio e andare avanti?”.

È l’invito del Papa, nell’omelia della messa celebrata ieri, domenica 13 novembre, nella basilica di San Pietro per la sesta Giornata mondiale dei poveri, definita “un monito forte a rompere quella sordità interiore che tutti noi abbiamo e che ci impedisce di ascoltare il grido di dolore soffocato dei più deboli”. “Anche oggi viviamo in società ferite e assistiamo, a scenari di violenza – basta pensare alle crudeltà che sta soffrendo il popolo ucraino –, di ingiustizia e di persecuzione”, il grido d’allarme di Francesco: “in più, dobbiamo affrontare la crisi generata dai cambiamenti climatici e dalla pandemia, che ha lasciato dietro di sé una scia di malesseri non soltanto fisici, ma anche psicologici, economici e sociali”.

“Anche oggi vediamo sollevarsi popolo contro popolo e assistiamo angosciati al veemente allargamento dei conflitti, alla sciagura della guerra, che provoca la morte di tanti innocenti e moltiplica il veleno dell’odio”, ha denunciato il Papa: “Anche oggi, molto più di ieri, tanti fratelli e sorelle, provati e sconfortati, migrano in cerca di speranza, e tante persone vivono nella precarietà per la mancanza di occupazione o per condizioni lavorative ingiuste e indegne. E anche oggi, i poveri sono le vittime più penalizzate di ogni crisi”.

“Ma, se il nostro cuore è ovattato e indifferente, non riusciamo a sentire il loro flebile grido di dolore, a piangere con loro e per loro, a vedere quanta solitudine e angoscia si nascondono anche negli angoli dimenticati delle  nostre città”, il monito di Francesco, secondo il quale “bisogna andare agli angoli delle città, questi angoli nascosti, oscuri: lì si vede tanta miseria e tanto dolore e tanta povertà scartata”.

“Non diamo ascolto ai profeti di sventura; non facciamoci incantare dalle sirene del populismo, che strumentalizza i bisogni del popolo proponendo soluzioni troppo facili e sbrigative”, l’appello del Papa: “Non seguiamo i falsi messia che, in nome del guadagno, proclamano ricette utili solo ad accrescere la ricchezza di pochi, condannando i poveri all’emarginazione. Al contrario, rendiamo testimonianza: accendiamo luci di speranza in mezzo alle oscurità; cogliamo, nelle situazioni drammatiche, occasioni per testimoniare il Vangelo della gioia e costruire un mondo fraterno, almeno un po’ più fraterno; impegniamoci con coraggio per la giustizia, la legalità e la pace, stando sempre a fianco dei più deboli. Non scappiamo per difenderci dalla storia, ma lottiamo per dare a questa storia che noi stiamo vivendo un volto diverso”.

“Questo dobbiamo ripeterci sempre, specialmente nei momenti più dolorosi: Dio è Padre ed è al mio fianco, mi conosce e mi ama, veglia su di me, non prende sonno, ha cura di me e con lui neanche un capello del mio capo andrà perduto”, il consiglio di Francesco: “E io come rispondo a questo? Guardando i fratelli e le sorelle che sono nel bisogno, guardando questa cultura dello scarto che scarta i poveri, che scarta le persone con meno possibilità, che scarta i vecchi, che scarta i nascituri… Guardando tutto questo, cosa sento io di dover fare come cristiano in questo momento? Amati da Lui, decidiamoci ad amare i figli più scartati. Il Signore è lì”.

Fonte: Sir
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