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A Loreto, il vescovo Douglas ai diaconi: "L’Eucaristia non porta alcun frutto se non sfocia nella carità verso i poveri e i bisognosi"

Il ministero diaconale si esprime nel mettersi a servizio dei fratelli

Foto archivio Siciliani-Gennari/SIR

“La Santa Casa di Loreto è il Santuario del servizio”. Ha esordito con queste parole, don Bernardino Giordano, accogliendo i diaconi e le loro famiglie, partecipanti al pellegrinaggio di domenica 8 agosto a Loreto. L’incontro estivo della comunità diocesana del diaconato permanente, pensato ogni anno all’approssimarsi della festa di san Lorenzo, è stato vissuto quest’anno come giornata di fraternità, di preghiera e di riflessione. 

Dal Piemonte, la sua terra di origine, don Bernardino è stato chiamato a svolgere il ministero sacerdotale nelle Marche come responsabile e animatore delle attività pastorali proposte dalla Delegazione pontificia del Santuario di Loreto. È lui attualmente a dirigere il progetto di spiritualità familiare “Casa di Maria, casa di ogni famiglia”. 

Le mura domestiche prospicienti l’umile grotta di Nazaret, portate a Loreto, sono testimoni silenziose dell’Annunciazione. È quello il luogo nel quale Maria si dichiara serva del Signore. La visita di Dio la spinge ad avere premura per chi è nel bisogno. La vicinanza di Dio crea servizio, e attraverso Cristo, la giovane madre si mette a servire.

La meditazione ha toccato gli aspetti fondamentali del “servire nella Chiesa” andando a precisare ciò che avviene in coloro che hanno ricevuto i sacramenti dell’ordine sacro e del matrimonio.

Maria e Giuseppe hanno fatto tutto per il figlio Gesù. Per lui sono fuggiti in Egitto, per lui hanno camminato, hanno fatto da mangiare in casa, hanno faticato e lavorato col sudore della propria fronte, per lui hanno incontrato e accolto tante persone e sono andati a cercarlo quando pensavano di averlo smarrito. E tutti i gesti di amore che hanno compiuto sono stati gesti di servizio.

Come Maria e Giuseppe così gli sposi. Accogliere Gesù, farlo crescere, custodirlo e difenderlo non è solo una prerogativa della Sacra Famiglia, ma diventa vocazione e missione a cui tutte le famiglie cristiane sono chiamate. E per incontrare in loro lo stesso Cristo. Come insegna San Paolo: “Siamo i vostri servitori per amore di Gesù” (2 Cor 4,5). 

La Messa, in Santuario, è stata presieduta dal vescovo Douglas. Commentando il Vangelo della domenica ha parlato dell’Eucaristia, “pane di vita, disceso dal cielo”, esortando a riconoscervi la presenza reale di Cristo. Rivolgendosi, in particolare, ai diaconi presenti, ha ricordato loro che l’amore per Dio non è disgiunto all’amore per il prossimo. L’Eucaristia non porta alcun frutto se non sfocia nei gesti concreti del servizio e della carità verso i poveri e i bisognosi: “Se condividiamo il pane celeste, come non condivideremo il pane terreno?” (Didaché). 

Fino al 10 dicembre prossimo, festa liturgica della Madonna di Loreto, si potrà oltrepassare la porta santa del giubileo, apertosi l’8 dicembre 2019, nel centenario della proclamazione della Madonna di Loreto quale patrona degli aviatori, e protrattosi per oltre un anno a causa della pandemia.

 

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