capodanno
Tantissima gente alla Marcia della pace. La testimonianza di Paul Bhatti. Le foto
Il corteo, aperto dal vescovo Douglas, si è snodato lungo le vie del centro di Cesena. Tra i presenti anche il sindaco Paolo Lucchi con la figlia Giulia
![Il corteo della marcia della pace svoltasi ieri a Cesena, guidata dal vescovo Douglas. Alla sua destra Paul Bhatti che poi in Cattedrale ha portato la sua testimonianza (Foto Pier Giorgio Marini) Il corteo della marcia della pace svoltasi ieri a Cesena, guidata dal vescovo Douglas. Alla sua destra Paul Bhatti che poi in Cattedrale ha portato la sua testimonianza (Foto Pier Giorgio Marini)](/var/cesenate/storage/images/diocesi/tantissima-gente-alla-marcia-della-pace.-la-testimonianza-di-paul-bhatti.-le-foto/2251337-2-ita-IT/Tantissima-gente-alla-Marcia-della-pace.-La-testimonianza-di-Paul-Bhatti.-Le-foto_articleimage.jpg)
Tantissima gente ha partecipato ieri pomeriggio alla tradizionale Marcia della pace che si tieni ogni anno il primo gennaio. "La buona politica è al servizio della pace", il tema proposto da papa Francesco per la 52esima Giornata mondiale della pace.
Aperto dal vescovo Douglas, il corteo è partito da viale Mazzoni per poi giungere, attraverso le vie del centro storico, in piazza Giovanni Paolo II e poi in Cattedrale. Qui ha portato la sua testimonianza Paul Bhatti (Foto sotto), fratello di Shahbaz, già ministro pakistano assassinato a Islamabad il 2 marzo 2011. Anche Paul Bhatti è stato ministro dell'armonia e delle minoranze durante il governo del presidente Asif Ali Zardari.
"Mio fratello Shahbaz - ha detto subito Paul - vedeva nei mendicanti, nei nomadi che incontrava, fin da quando era bambino, prima di tutto l'uomo. Non ha mai cercato per sé la carriera politica. E' stato il primo a essere nominato ministro delle minoranze. Era il suo desiderio: quello di impegnarsi per le minoranze".
"Grazie alle sue riforme - ha proseguito Paul Bhatti - i cristiani ora possono sedere in Senato. Si possono costruire chiese nelle prigioni. C'è l'assistenza legale per i detenuti".
"Ricordo che - ha aggiunto Bhatti - già prima dell'assassinio del 2011 noi eravamo molto preoccupati per lui. Gli dicevamo di lasciare stare quelle battaglie. Ma la sua morte non è stata la sua uccisione. Lo sarebbe stato se avessimo abbandonato il Pakistan. Dopo la sua morte, volevamo lasciare subito il nostro Paese, ma ho visto tantissima gente che piangeva e che voleva che io continuassi la sua opera. Tra questi, anche diversi musulmani. Prima però volevo la benedizione di nostra madre, lei che è stata testimone dell'omicidio di mio fratello. Lei fu molto ferma e mi disse che voleva che continuassi la sua missione".
"Questo era il desiderio di mio fratello e di mio padre - ha concluso Paul -. Ho continuato l'opera di integrazione degli emarginati, non solo cristiani. Adesso operiamo tramite una fondazione perchè nel frattempo il governo è cambiato e non ho più un ministero e un portafoglio da gestire".
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Di seguito, la fotogallery dell'evento a cura di Pier Giorgio Marini:
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