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Il ruolo della Chiesa nella sfida dell’intelligenza artificiale

Nel prossimo mese di giugno, papa Francesco parteciperà alla riunione del G7 che, sotto la presidenza italiana, si terrà in Puglia. In particolare, è stato invitato per la sessione dedicata all’intelligenza artificiale e alla sua regolamentazione

Nello Cristianini (foto Università di Ferrara)

Nel prossimo mese di giugno, papa Francesco parteciperà alla riunione del G7 che, sotto la presidenza italiana, si terrà in Puglia. In particolare, è stato invitato per la sessione dedicata all’intelligenza artificiale e alla sua regolamentazione.

Per quanto costituisca un evento senza precedenti, la sua presenza non sorprende vista l’attenzione dedicata dalla Santa Sede e dallo stesso Pontefice alla sfida epocale che sta già cambiando profondamente la nostra società.

Come scrive nel messaggio per l’ormai prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in calendario per il 12 maggio, festa dell’Ascensione, la rivoluzione digitale può renderci più liberi, ma non se si riduce ad assecondare gli interessi del mercato e del potere e se conduce a un pensiero anonimo, a un assemblaggio di dati non certificati, a una deresponsabilizzazione editoriale collettiva.

L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale – sottolinea Francesco – esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre la condivisione. Per questo «siamo chiamati a crescere insieme, in umanità e come umanità».

Secondo il Papa, la sfida che abbiamo davanti è di fare un salto di qualità per essere all’altezza di una società complessa e pluralista, evitando il rischio che “tutto si trasformi in un calcolo astratto, che riduce le persone a dati” e nega l’unicità di ogni persona e della sua storia.

Al documento di Francesco si riferisce anche Nello Cristianini ( foto), docente di intelligenza artificiale all’Università di Bath e autore di diversi volumi sull’argomento, fra cui il recente “Machina Sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza” (Il Mulino).

Rispondendo a una domanda del Sir, lo scienziato rileva che «quel messaggio del Papa è molto interessante, ci chiede di evitare le paure paralizzanti, ma anche di tenere in mente i valori fondamentali della nostra vita. Nei grandi momenti di cambiamento, come questo, ci troviamo spesso a considerare i nostri valori, e qui la Chiesa ha un ruolo importante: ricordarci che non c’è solo l’efficienza, ci sono altre cose da considerare».

Cristianini prosegue segnalando che, in molti compiti, le macchine avranno prestazioni sempre più superiori alle nostre. Già lo fanno in diversi campi, in cui è necessaria la memoria di grandi quantità di dati.

Questo però non significa che diventeranno autocoscienti: «Qui si parla solo di fare macchine che risolvono problemi e comprendono il mondo, sia pure a modo loro. Ma nulla di più: niente emozioni e niente coscienza. Non stiamo costruendo esseri umani».

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