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Un click e preghi con papa Francesco

“Una app che rivoluziona la preghiera”. Si presenta così “Click to pray”, l’applicazione prodotta dalla Rete mondiale di preghiera del Papa (l’Apostolato della Preghiera) che promette di rendere la preghiera “facile, flessibile e creativa”.

Un click e preghi con papa Francesco

“Una app che rivoluziona la preghiera”. Si presenta così “Click to pray”, l’applicazione prodotta dalla Rete mondiale di preghiera del Papa (l’Apostolato della Preghiera) che promette di rendere la preghiera “facile, flessibile e creativa”.

Nata due anni fa in occasione delle “24 ore per il Signore”, l’app è si è sviluppata durante il Giubileo della Misericordia, fino a diventare la piattaforma digitale di preghiera per le intenzioni del Papa. Disponibile in inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco e italiano, l’applicazione per smartphone e tablet si avvale anche di un sito web (https://clicktopray.org) e di pagine sui principali social network, di un blog e una newsletter periodica. Gli utenti iscritti sfiorano il milione e sono distribuiti in 21 Paesi del mondo, a cui si aggiungeranno, dal prossimo mese di settembre, anche le versioni per la Cina e il Vietnam.

Il meccanismo che governa l’app è molto semplice: sono previsti tre momenti di preghiera al giorno con l’invio di brevissimi testi che l’utente può far propri. Un esempio? Il 10 marzo, nel pomeriggio, si propone: “L’esistenza di tutti è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, riguarda le interazioni. Vieni a dimorare nel mio cuore, Signore, e guidami nelle mie interazioni con gli altri oggi”. E poi, in serata, un nuovo messaggio da leggere e meditare: “Questa sera vengo davanti alla tua croce, o Signore e mi fermo, in silenzio, a riflettere sugli eventi di questo giorno. Quanto ho sopportato la croce della sofferenza? Resta con me questa notte e concedimi la grazia, domani, di recuperare la serenità e la pace per non tornare a perdere la fiducia. Padre Nostro”.

Può darsi che regolare la preghiera con dei tocchi sul telefonino faccia storcere il naso a qualcuno. In ogni caso, la nuova app, oltre a confermare la spiccata creatività dei fedeli nel cyberspazio, si offre come un modo adatto alla generazione 2.0 per avvicinare ancora di più una Chiesa percepita con spazi e tempi lontani dalla propria vita. “Uno strumento – come ha sottolineato padre Federico Lombardi, ex direttore della sala stampa della Santa Sede – per essere comunità nel mondo digitale”.

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