Verso le Amministrative
A tu per tu con Enzo Lattuca, centrosinistra
Il testo completo dell'intervista ad Enzo Lattuca, apparsa sull'edizione cartacea del Corriere Cesenate da oggi in edicola e nelle case degli abbonati.
Enzo Lattuca, classe 1988, è il candidato sindaco di una coalizione di centrosinistra. Due figli, una laurea in Giurisprudenza a Bologna e un dottorato in diritto costituzionale conseguito nel 2017, ora è assistente (tutor) didattico nella sede di Ravenna dell’Alma mater studiorum. Lattuca ha alle spalle una legislatura a Montecitorio, il più giovane deputato della storia repubblicana: fu eletto alla Camera nel 2013, due settimane dopo aver compiuto 25 anni, il limite minimo di età per accedervi.
Onorevole, che esperienza è questa campagna elettorale da candidato sindaco?
Girando la città e i paesi in ogni direzione, ho scoperto ogni giorno aspetti nuovi. Ho compreso meglio quanto Cesena sia ricca di persone che si impegnano: imprenditori, volontari, gente che scruta lontano e si orienta con interesse all’Europa. Cesena è una città giusta e solidale, piena di persone che guardano al futuro con speranza e con senso di comunità.
A Cesena occorre ripartire o è sufficiente riprendere il cammino?
Sul passato il giudizio è positivo. Noi desideriamo accompagnare e agevolare le iniziative che fanno crescere la città. Che siano nuove imprese innovative, non necessariamente legate all’informatica, ma imprese artigiane e agricole, di ogni specie, capaci di aumentare lo sviluppo del nostro territorio. Pensiamo si debba ripartire dalla centralità della persona, senza guardare alla carta di identità di nessuno né al colore della pelle. Vicini alle famiglie, a chi ha disabili o anziani in casa. Vicini alle situazioni di nuove povertà. Accanto a chi si prende cura dei bambini, il nostro futuro e il futuro della nostra comunità.
Lei ha proposto le materne gratis per tutti. Se ne è parlato tanto in questa campagna elettorale. Si tratta di una strada percorribile o di uno slogan elettorale?
Si tratta di un segno concreto di supporto alle famiglie. Più che il sussidio e il bonus, pensiamo di aiutare le famiglie con servizi di qualità, accessibili a tutti, universali. I figli non appartengono solo alla famiglia che va sostenuta, ma sono figli della città. Ci dobbiamo fare carico della loro crescita. Non si tratterebbe di un servizio a domanda individuale, ma tutta la città deve avvertirne la responsabilità. La questione demografica esiste. E questa nostra proposta sarebbe la più onerosa per l’amministrazione. E poi ancora la cura degli anziani. Qui a Cesena si deve invecchiare bene.
Torniamo alle scuole e parliamo di sedi.
In molti plessi sono stati fatti interventi. Ne terminato da poco uno di un certo rilievo a Macerone. Partiranno nuove scuole elementari per San Vittore e Martorano, dopo la nuova materna di Martorano. Si parla per tutte le sedi di efficientamento energetico e sicurezza sismica. La stessa strada da percorrere anche per gli immobili di privati. Quindi, per l’amministrazione la via è quella del sostenere e incentivare. E poi demolizione e ricostruzione: qui gli incentivi devono essere massimi. Ne ho parlato anche con l’Ordine degli architetti. Li ho visti decisi e preparati su questo argomento.
Che dice del centro urbano…
Partiamo dai paesi. C’è troppa poca attenzione alle frazioni. Tutti i cittadini devono essere trattati allo stesso modo. Questo significa maggiore attenzione e maggiori interventi in diverse direzioni: sicurezza stradale, aree verdi, scuole, impianti sportivi centri sociali ricavati nelle ex scuole, esercizi di vicinato, parrocchie. Non vorremmo vedere ragazzi “pascolare” dove capita. Sul centro storico le dico subito che oggi non lo si può più vedere solo come centro commerciale. Sono di certo disponibile dialogare con i commercianti. Sono comunque favorevole alle auto fuori dalle mura e con parcheggi a corona del centro città. Il commercio sta cambiando: ora in centro ci sono più bar e ristoranti che negozi. A mio avviso il nostro centro storico è molto bello. Lo confermano anche quanti vengono da fuori territorio. Dobbiamo pensare a eventi rispettosi del luogo in grado di attirare persone.
Allora parliamo di turismo e non si può accennare alla biblioteca Malatestiana…
Negli ultimi 12 anni sono stati realizzati numerosi interventi sulla Malatestiana. Ricordiamoci che c’era la palestra del Monti. Noi la vediamo come la “Casa del libro” e anche come potenziale polo di attrazione turistica. Ma deve diventare il punto di riferimento per la cultura dei cesenati, un elemento per elevare il livello culturale dei cittadini, a partire dai più piccoli. Anche il tema di un direttore appassiona molto. Certo penso che una figura ad hoc sia importante, ma alla fine la differenza la fanno sempre le persone.
Ho visto che avete messo il tema “sicurezza all’ultimo punto, a pagina 30, del vostro programma. Come mai?
Le materie più importanti si mettono all’inizio o alla fine. Ai cittadini danno fastidio i furti nelle abitazioni, le spaccate nei negozi e nelle aziende. Tutti eventi che si verificano per lo più di notte. Mi pare di poter dire che di giorno i nostri quartieri sono sicuri. C’è da migliorare la sicurezza sulle strade, quella sì.
Che ne dice del controllo di vicinato?
È un invito ai cittadini a partecipare, a segnalare. Dove è stato sperimentato ha aumentato il senso della comunità. Ha accresciuto le relazioni tra le persone e il ritorno a un buon vicinato. Oggi siamo davanti a un altro problema: la solitudine di molti.
All’interno del sistema Romagna, Cesena rischia di passare come una città di serie minore?
Il nostro punto di forza è la centralità geografica che ne fa un centro infrastrutturale importante. Il nuovo ospedale sarà un progetto di notevole rilievo per la città e la Romagna.
Ci vorranno anni…
Sì, ma nei prossimi anni si determina il risultato futuro.
Che mi dice della coalizione che la sostiene?
Sono molto orgoglioso di questa coalizione. Il Pd ha superato la presunzione dell’autosufficienza. Sono riuscito a coinvolgere tutte le culture politiche: da quella civica a quella repubblicana, da quella dei cattolici democratici alla sinistra democratica, come avevo manifestato intenzione fare fin da subito. L’avevo detto che sarei stato disponibile solo per un progetto come quello messo in campo, ampio e condiviso.
Non trova che ci siano spinte contrapposte?
Abbiamo trovata la quadra di un metodo di condivisione. Abbattuto il muto della diffidenza, la maggior parte dei problemi si è risolta. Sono inoltre contento delle qualità umane delle persone coinvolte. Non ci sono intenti spartitori. Sapere che il nostro avversario è la Lega di Salvini come forza egemone della nuova destra ci ha animato a mettere da parte le divisioni del recente passato e a convergere su progetti con al centro il bene comune e le persone.
Molti sostengono che lei sia la continuazione di Paolo Lucchi…
Se la scelta fosse stata quella di continuare, il candidato prescelto sarebbe stato un altro. L’alleanza realizzata lo dimostra. Comunque veniamo da una tradizione amministrativa seria e onesta da non buttare. Da non lasciare a chi si improvvisa.
Se si andasse al ballottaggio?
Siamo pronti per le alleanze possibili. L’unico avversario è il candidato proposto dalla Lega di Salvini. Ormai gli apparentamenti al secondo turno sono in disuso. Comunque abbiamo la massima disponibilità al confronto con tutti.
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