Cesena
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Impegno politico dei democratici

"Dal Codice di Camaldoli a un rinnovato impegno dei cattolici", l'incontro

Appuntamento a ingresso libero lunedì 20 maggio alle 21 nella sede dell'associazione "Benigno Zaccagnini" in corso Sozzi, a Cesena. L'autore Paolo Castellari dialogherà con Pierluigi Castagnetti ("I Popolari")

"Dal Codice di Camaldoli a un rinnovato impegno dei cattolici", l'incontro

I padri della Repubblica sperarono quando sembrava impossibile sperare. Nel luglio 1943, in piena Seconda guerra mondiale e prima ancora della caduta di Mussolini, un gruppo di intellettuali cattolici si riunì in clandestinità nel monastero di Camaldoli, nel casentino, pensando al dopoguerra e alla rinascita di una società democratica. Ne nacque un testo in 99 articoli, il “Codice di Camaldoli”, che fu alla base nel 1946-47 di molti articoli della Costituzione italiana.

A questo testo è dedicato il libro di Paolo Castellari “Il Codice di Camaldoli, un rinnovato impegno dei cattolici”, uscito qualche mese fa per l’editrice Tipografia faentina. Il volume sarà presentato a Cesena lunedì 20 maggio, alle 21, nella sede dell’associazione Benigno Zaccagnini (corso Sozzi 74).

Sarà presente l’autore, che dialogherà con Pierluigi Castagnetti (presidente dell’associazione “I Popolari”) e la consigliera regionale Manuela Rontini.

«Riscoprire e rileggere il codice di Camaldoli significa andare alle fondamenta dell’impegno politico dei cattolici democratici – commenta Damiano Zoffoli, presidente dell’associazione Benigno Zaccagnini –. Quel “personalismo comunitario” che ha la sua origine negli scritti di Jacques Maritain ed Emmanuel Mounier. Senza ridurre la società al dualismo tra individuo singolo e Stato regolatore, come voleva il liberalismo, e senza sottoporre la persona alla supremazia dello Stato, come voleva il comunismo in nome dell’uguaglianza. Il personalismo comunitario ha affermato il principio che la persona viene prima dello Stato, che le comunità vengono prima delle istituzioni, che la libertà è condizione di uguaglianza, che l’istituzione ha una funzione di servizio».

Queste idee del Codice di Camaldoli furono portate all’Assemblea costituente dal gruppo dei cosiddetti “professorini” (tra loro Aldo Moro, Giorgio La Pira, Giuseppe Dossetti) e costituirono l’inchiostro con cui venne scritta la Costituzione della nostra Repubblica: «Certo il Codice riflette anche retaggi culturali di tempi passati, distanti dalla società multiculturale e multireligiosa di oggi – continua Damiano Zoffoli –. Abbiamo davanti sfide inedite, neppure immaginabili ottant’anni fa. Ad esempio, la rivoluzione tecno-scientifica, che apre scenari inediti per l’umanità con le neuroscienze, l’intelligenza artificiale, la robotica avanzata, la manipolazione genetica. Il cambiamento climatico con la necessità e l’urgenza di mutare il nostro modello di sviluppo: come ammonisce papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’, non ci sarà equilibrio ambientale, senza una riduzione delle diseguaglianze e il rifiuto della cultura dello scarto».

Eppure queste sfide, inconcepibili all’inizio degli anni ‘40, possono comunque trovare risposta nello studio umanistico, come ammoniva lo stesso Codice, invitando i giovani ad allenare la capacità critica e di giudizio, legando la filosofia ai problemi della vita.

«È chiaro che discutere di Camaldoli riapre anche il tema della presenza politica dei credenti – conclude Zoffoli –. Finita da tempo la Democrazia Cristiana, oggi ci sono credenti nelle diverse forze politiche. Non pochi lanciano l’accusa di irrilevanza a questi fedeli impegnati. Non solo una minoranza, spesso disorganizzata, ma addirittura marginale ed emarginata. Ma a mio giudizio, il tema della presenza dei credenti nella società andrebbe affrontato alla luce non soltanto del passato, che induce a qualche nostalgia di troppo, ma con un’attenzione proprio a questa “domanda nuova” che viene da un magistero così impegnativo: come far in modo che l’azione dei cristiani sia sempre più vicina, più prossima ai valori evangelici. Ai valori della pace, dell’accoglienza, della fraternità, della giustizia, della libertà, del lavoro. Altrimenti, il rischio che si corre è quello dell’impotenza dell’azione politica, la sfiducia e il nichilismo. Non possiamo permettercelo».

L’incontro ha il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, il Bcc Romagnolo, la Fondazione F.Or. e Orogel.

Fonte: Comunicato stampa
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