arte
Omaggio a Giovanni Cappelli
La sorella Maddalena racconta di un giovane artista affascinato da quanto lo circonda
L’Officina dell’Arte di Angelo Fusconi rende omaggio a Giovanni Cappelli. E lo fa nell'esposizione che si trova in via Madonnina, 50 con una mostra antologica in occasione del centenario della nascita del pittore.
All’inaugurazione dell’evento, il 18 febbraio scorso, sono intervenuti, come ospiti, la sorella Maddalena e il cognato, che hanno contribuito, con le proprie testimonianze, a restituire un’immagine del Giovanni Cappelli uomo, alla quale si sovrappone quella del pittore.
Maddalena racconta di un giovane Cappelli affascinato da quanto lo circonda, che si serve del disegno per indagarne le forme: agli occhi del Cappelli bambino, ogni elemento, che sia un fiore o una forchetta, ha la stessa dignità di essere rappresentato. Questo interesse per gli aspetti anche più umili del reale non viene mai meno nella produzione del pittore, come mostrano alcune opere esposte: dipinti che raccontano di contadini, di passeggeri in discesa da un treno, varia umanità che, pur nella sua natura umile e quotidiana, nell’opera di Cappelli acquisisce monumentalità.
Una monumentalità molto distante dagli intenti celebrativi della pittura in voga nel secondo dopoguerra, che faceva di popolani e lavoratori i portabandiera dei valori socialisti.
L’interesse di Cappelli è nel rappresentare persone, anziché ideali, riuscendo a restituire tutta l’umanità del popolo che anima i suoi dipinti.
Tra le varie testimonianze, è stata proposta al pubblico anche la registrazione di una vecchia intervista: il pittore parlava della sua esperienza nell’ambiente artistico milanese, in grande fermento e molto diverso da quello cesenate. Cappelli affermava di non sentire l’esigenza di uniformarsi alle tendenze locali, mantenendo, piuttosto, la propria autenticità. Ed è proprio questa schietta cifra stilistica che viene celebrata con la mostra dell’”Officina”.
La mostra rimarrà aperta fino al 5 marzo.
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