lavoro
Ridurre l'orario di lavoro a parità di stipendio
Uil disponibile ad un incontro costruttivo per definire accordi innovativi
In questi giorni, sulla stampa locale, ha avuto eco l’uscita di un imprenditore di un noto ristorante del territorio, il quale afferma di promuovere nel suo locale la settimana lavorativa corta come modello per conciliare vita-lavoro e fidelizzare conseguentemente il personale.
Con una nota stampa i sindacalisti Uil e Uiltucs Marcello Borghetti, Maurizio Milandri e Martina Zignani fanno sapere che "non essendoci accordi sindacali aziendali, come Uil e Uiltucs non siamo a conoscenza della situazione specifica e stiamo, quindi, al racconto dell’imprenditore che, indubbiamente, tocca un tema vero e un’esigenza di tanti lavoratori e lavoratrici, o di chi, semplicemente, cerca lavoro. Nel mondo del lavoro, anche per la spinta delle nuove generazioni, è forte la richiesta di una qualità della vita superiore, da esprimersi proprio sui posti di lavoro attraverso una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
Questo processo rappresenterebbe un vantaggio intuitivo nella conciliazione vita-lavoro, avendo più tempo a disposizione per la sfera personale e quindi un maggior benessere, inoltre si redistribuirebbe il lavoro fra più persone, aspetto non irrilevante nell’epoca dell’automazione".
La Uil propone da tempo la riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione, attraverso un’articolazione ben definita in sede di contrattazione integrativa.
Inoltre, Uil e Uiltucs, categoria che si occupa di Commercio, Turismo e Servizi, chiede che vengano rispettate le turnazioni, i giorni di riposo e un’alternanza reale nei giorni festivi e/o serali. È inderogabile anche dare una risposta salariale effettiva ed efficace, ai tanti lavoratori e lavoratrici che operano nel settore.
"Chiediamo - si legge in una nota stampa dei sindacalisti Borghetti, Milandri e Zignani - soprattutto, che i contratti individuali rispettino la realtà perché nella maggior parte dei casi i contratti ci sono ma con condizioni che non sono quelle reali.
Serve anche un sostegno concreto da parte del Governo, ad agevolare queste innovazioni, attraverso detassazioni che incentivino la contrattazione nazionale e gli accordi con i sindacati maggiormente rappresentativi, perché è importante sottolineare che la contrattazione è lo strumento più efficace per restituire potere d’acquisto e far crescere conseguentemente l’economia. Serve abbattere il cosiddetto cuneo fiscale per aumentare sensibilmente il netto percepito".
"Purtroppo - si legge ancora nella nota - la realtà, a parte qualche sporadica rappresentazione datoriale, è ben diversa. Lo sfruttamento in questo settore è la costante ed è legittimo in ogni luogo dove in modo più o meno evidente, vi è sfruttamento, che la reazione di tante persone sia la disaffezione e il rifiuto di lavorare.
La carenza del personale per la Uil e la Uiltucs è soprattutto il risultato di un colpevole sfruttamento. È necessaria una reale volontà nella direzione di un modello di sviluppo, che redistribuisca realmente i profitti e concili vita e lavoro in un processo di modernità.
Da questo punto di vista e con interlocutori realmente motivati al cambiamento, la Uil sarà assolutamente disponibile, come è sempre stato, ad un confronto costruttivo per definire accordi innovativi".
"Abbiamo la convinzione - concludono - che con la diminuzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio, i luoghi di lavoro diventeranno più attrattivi. È fondamentale ristabilire un sistema di regole e diritti, che difendano la buona occupazione, quale premessa per una società che rispetti la centralità delle persone"
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