Invasione turca della Siria
L'appello dei docenti universitari: "Si fermi il brutale attacco di Erdogan al popolo curdo"
Oltre cento fra docenti, ricercatori e amministrativi hanno risposto alla richiesta di solidarietà delle Università del Rojava e di Kobane: "Il governo italiano interrompa l'esportazione di armi alla Turchia"
La settimana scorsa docenti, studenti e personale delle Università del Rojava e di Kobane hanno chiesto alle università italiane di "condannare l’attacco brutale di Erdogan e del suo governo ai popoli liberi del Rojava e della Siria del Nord".
Il mondo accademico italiano ha risposto con numerose adesioni: "Accogliamo senza riserve il loro appello e invitiamo i nostri Atenei e i Dipartimenti nei quali studiamo e lavoriamo a fare altrettanto, adottando immediatamente tutte le misure possibili in questo scenario di escalation militare per la promozione di relazioni istituzionali stabili con loro, affinché sia chiaro che le nostre comunità accademiche non sono indifferenti alle violenze che si stanno compiendo in quei luoghi, e che comprendono quale straordinario presidio di libertà abbiano rappresentato e possano ancora rappresentare coloro che vi hanno resistito anche continuando, nonostante tutto, a studiare, a insegnare e a fare ricerca. Si tratta di un gesto di solidarietà attiva di cui sentiamo tutta l’urgenza".
"Invitiamo le colleghe e i colleghi, studiosi e tecnici delle nostre Università e Centri di ricerca italiani ed europei, a realizzare presidi e momenti di approfondimento sulla drammatica situazione del popolo curdo, brutalmente aggredito dal governo di Erdogan. Chiediamo inoltre al governo italiano di tener fede all’impegno di queste ore interrompendo le esportazioni di armi in Turchia come hanno già fatto Danimarca, Norvegia, Finlandia, Svezia, Olanda, Francia e Germania. Invitiamo, infine, a diffondere il più possibile questo appello".
Accademici, personale universitario e studenti possono aderire all'appello scrivendo a: appellouniversitarojavakobane@gmail.com
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