Dalla Chiesa
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Piazza San Pietro

Papa Francesco all'Angelus: "No a ritualismo e doppia vita"

Bergoglio ai fedeli: “Pregate per il mio viaggio in Asia e Oceania”. Sarà il più lungo del suo pontificato

(Foto Vatican Media/SIR)

“Per essere puri”, “non serve lavarsi più volte le mani, se poi si nutrono dentro il cuore sentimenti malvagi come avidità, invidia o superbia, oppure propositi cattivi come inganni, furti, tradimenti e calunnie”. È il monito del Papa, che durante l’Angelus di ieri, affacciato su piazza San Pietro, ha messo in guardia dalla “doppia vita” e dal “ritualismo”, che “non fa crescere nel bene, anzi, a volte può portare a trascurare, o addirittura a giustificare, in sé e negli altri, scelte e atteggiamenti contrari alla carità, che feriscono l’anima e chiudono il cuore”.

“Non si può, ad esempio, uscire dalla santa Messa e, già sul sagrato della chiesa, fermarsi a fare pettegolezzi cattivi e privi di misericordia su tutto e tutti”, ha spiegato il Papa a proposito di “quel chiacchiericcio che rovina il cuore, che rovina l’anima. Non si può! Tu vai a Messa e poi fai queste cose, è una cosa brutta! Oppure mostrarsi pii nella preghiera, ma poi a casa trattare con freddezza e distacco i propri familiari, o trascurare i genitori anziani, che hanno bisogno di aiuto e compagnia. Questa è una doppia vita e non si può”. O, ancora, “non si può essere apparentemente molto corretti con tutti, magari fare anche un po’ di volontariato e qualche gesto filantropico, ma poi dentro coltivare odio verso gli altri, disprezzare i poveri e gli ultimi o comportarsi in modo disonesto nel proprio lavoro”.

Al termine dell’Angelus, come sempre, alcuni riferimenti all'attualità. “Con dolore ho appreso che sabato 24 agosto, nel comune di Barsalogho, in Burkina Faso, centinaia di persone, tra le quali donne e bambini, sono state uccise e molte altre ferite in un attacco terroristico. Nel condannare questi esecrabili attentati contro la vita umana, esprimo la mia vicinanza alla nazione intera e il mio sentito cordoglio alle famiglie delle vittime. La Vergine Maria aiuti l’amato popolo del Burkina Faso a ritrovare la pace e la sicurezza”, l’auspicio di Francesco, che ha inoltre citato la beatificazione, in Slovacchia, di Ján Havlík, seminarista della Congregazione della Missione, fondata da San Vincenzo de’ Paoli. “Questo giovane è stato ucciso nel 1965, durante la persecuzione del regime contro la Chiesa nell’allora Cecoslovacchia”, ha ricordato Francesco: “La sua perseveranza nel testimoniare la fede in Cristo sia di incoraggiamento a quanti ancora oggi subiscono simili prove”.

“Sempre sono vicino al martoriato popolo ucraino, duramente colpito da attacchi contro le infrastrutture energetiche”, ha assicurato ancora una volta il Papa. “Oltre a causare morti e feriti, essi hanno lasciato più di un milione di persone senza elettricità e acqua”, ha proseguito: “Ricordiamoci che la voce degli innocenti trova sempre ascolto presso Dio, che non rimane indifferente alla loro sofferenza!”. “Ancora una volta rivolgo con preoccupazione il mio pensiero al conflitto in Palestina e Israele, che rischia di allargarsi ad altre città palestinesi”, l’altro conflitto menzionato da Francesco, che ha lanciato un ennesimo appello “affinché non si fermino i negoziati e si cessi subito il fuoco, si rilascino gli ostaggi, si soccorra la popolazione a Gaza, dove si stanno anche diffondendo tante malattie, inclusa la poliomielite. Sia pace in Terra Santa, sia pace in Gerusalemme! La Città Santa sia luogo d’incontro dove i cristiani, gli ebrei e i musulmani si sentano rispettati e accolti, e nessuno metta in discussione lo status quo nei rispettivi luoghi santi”.

“Domani (oggi per chi legge, ndr) inizierò un viaggio apostolico in alcuni Paesi dell’Asia e dell’Oceania. Per favore, pregate per il frutto di questo viaggio!”, ha chiesto il Santo Padre ai fedeli, al termine dell’Angelus e alla vigilia della partenza del suo viaggio apostolico in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste e Singapore, il più lungo del suo pontificato (vedi "Leggi anche").

Poi un riferimento alla Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato: “Auspico da parte di tutti, istituzioni, associazioni, famiglie e ogni persona, un concreto impegno per la nostra casa comune. Il grido della Terra ferita sta diventando sempre più allarmante e richiede un’azione decisiva e improrogabile”.

Fonte: Sir
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