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Cultura

Un volume sul mistero di Leonida il Pazzo

Gli studi sul teschio esposto a Borghi in un libro di Andrea Antonioli e Alessandra Peroni

Nella foto da sinistra. L'autrice Alessandra Peroni, la Presidente del Museo Caterina Moroni, l'autore Andrea Antonioli, il Sindaco Silverio Zabberoni, il Vicesindaco Luigi De Luca, l'Assessora alla Cultura Genny Bagagli

Un volume fresco di stampa e donato alla Giunta comunale di Borghi su "Il mistero di Leonida il Pazzo e i Malatesta di Sogliano e San Giovanni in Galilea".

Per anni ha tenuto banco un caso che in Romagna ha incuriosito tanti appassionati della cultura e della storia ma anche del mistero. Si tratta di una vicenda che ha coinvolto istituzioni e Università in merito a un particolare reperto, un cranio umano esposto presso il Museo Renzi di San Giovanni in Galilea (Borghi) e che si dice fosse appartenuto a un personaggio storico, identificato in Leonida Malatesta detto il Pazzo (1562-1600).

Dopo secoli, gli studi e le ricerche condotte da una équipe di studiosi hanno permesso di risolvere questo caso, trattato e svelato in tutti i suoi particolari nel libro di Andrea Antonioli e Alessandra Peroni, appena edito da Bookstones Libri Rimini. 

Il progetto è frutto di recenti studi storiografici, archivistici e paleopatologici che hanno permesso di fare luce su questa vicenda. Ha carattere storico, medico e antropologico ed è stato realizzato dal Centro studi Olim Flaminia in collaborazione col Museo e Biblioteca Renzi, ottenendo il patrocinio dei Comuni promotori di Borghi e Sogliano al Rubicone, dell'Archivio di Stato di Forlì-Cesena, dell'Unuci e delle associazioni d'Arma di cavalleria e Aeronautica (sezioni di Cesena), col sostegno di Fondazione Fruttadoro Orogel, Sogliano Ambiente spa, Romagna Banca.

La ricerca è stata avviata nel 2012 da Antonioli, allora direttore del Museo e Biblioteca Renzi, oggi presidente del Centro studi Olim Flaminia di Cesena, che racconta come è nato questo progetto: «Ero intento a progettare e allestire il Museo Renzi quando mi imbattei in questo particolare reperto che destò la mia curiosità, per cui iniziai le ricerche e trovai alcune fonti che sostenevano fosse appartenuto a Leonida Malatesta, nipote di quel Ramberto detto il filosofo, che fu uno dei maggiori astrologi del Rinascimento. Fu così che volli esporre il cranio in museo. A tal riguardo realizzai anche un filmato e tanti eventi che attirarono molti visitatori, curiosi e appassionati».

Il volume, già disponibile nelle librerie e on line, sarà presentato nei prossimi mesi in varie sedi culturali.

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