Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 13 ottobre - 28ª domenica Tempo Ordinario - Anno B

LA PROMESSA DI CRISTO È IL CENTUPLO QUAGGIÙ

Sap 7,7-11; Salmo 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30

“Un tale” corre, si precipita per il timore di perdere l’occasione, e si inginocchia di fronte al “Maestro buono”. Gesù non accetta di essere chiamato “buono”. Infatti, nessuno è buono se non uno solo, Dio. Questa è la prima esperienza per noi: la bontà divina, altrimenti rimaniamo sempre imprigionati nel nostro “io” e nel nostro “stra-fare”.

L’uomo ricco ha un sincero desiderio della vita eterna: la salvezza, che è dono dell’amore di Dio. Anche il testo sacro esprime questo sentimento profondo: “Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò…”. Quell’uomo si sente chiedere da Cristo di rinunciare a tutto e poi seguirlo. Il lettore si aspetta una risposta, ma non ci sarà. Solo silenzio. Quel tale ci lascia come ultimo ricordo un volto che si oscura e si sprofonda nella tristezza. Gesù allora non perde occasione di insistere sul pericolo delle ricchezze affermando quanto sia difficile per i ricchi entrare nel regno di Dio. Tutto questo viene detto attraverso la traduzione corretta di una espressione iperbolica: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”.

Se prima i discepoli erano spaventati, adesso sono sbigottiti ed esclamano: “Chi può essere salvato?”. Con questa domanda si rendono conto della loro impotenza.

Quando l’uomo è giunto alla fine delle sue possibilità si creano le premesse per l’aiuto della grazia di Dio. “Tutto è possibile a Dio”, risponde Gesù. Si tratta della possibilità del Dio che soccorre l’uomo nel suo fallimento. C’è salvezza per tutti, non attraverso sforzi personali e ascetici, ma solo in virtù dell’obbedienza e dell’abbandono alla grazia di Dio. Il fatto che una persona sfugga al gravissimo pericolo delle ricchezze e riesca a salvarsi è opera della grazia divina. Alle semplici forze umane ciò è impossibile.

Per poter fare delle scelte è necessario percepire quello sguardo d’amore che Gesù ci dona. Infine Pietro, anche a nome degli altri, ricorda a Gesù che hanno lasciato tutto. E Cristo – oltre la vita eterna - promette loro sulla terra il centuplo di quel che hanno lasciato. Primizia di questa ricompensa sarà la comunità di amore dei credenti.

Quando i discepoli saranno vittime della persecuzione troveranno incoraggiamento e protezione nella comunità dei fratelli. Con questo non si può pensare di seguire Cristo senza fare i conti con il mistero della sofferenza. E noi forse non cerchiamo di evitarlo?

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