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Giuseppe De Feudis e le 300 presenze con il Cesena

Una carriera improntata nel segno del tecnico Pierpaolo Bisoli perché “mi ha dato tutto, con lui mi sono espresso nel migliore dei modi", dice il capitano

Foto e servizio di Marco Rossi

Se lo dovessimo paragonare ad un monumento di Cesena come importanza, Giuseppe De Feudis potrebbe rappresentare il Duomo. Il capitano del Cavalluccio domenica allo stadio Galli di Imola ha centrato le 300 presenze con la maglia bianconera, salendo così sul podio di questa speciale classifica.

“È un traguardo bellissimo – racconta il centrocampista - una soddisfazione incredibile aver giocato tutte queste battaglie con gli stessi colori.  Non lo dimenticherò mai”. Graduatoria storica capitanata dal leggendario Giampiero Ceccarelli con 591 gettoni, nelle vesti della biblioteca Malatestiana per continuare il paragone culturale, seguito dalla fontana Masini in rappresentanza di Adriano Piraccini a quota 427

“È una soddisfazione enorme essere dietro a due ex calciatori di questo calibro - spiega -. Hanno fatto la storia del Cesena e sono irraggiungibili”. C’è un primato assoluto che appartiene al “conte” di Bollate: De Feudis è il primo calciatore ad aver conquistato col Cesena cinque promozioni. “È qualcosa di incredibile centrare i salti di categoria dalla D fino alla Serie A con la fascia da capitano. Non è facile trovare giocatori che hanno fatto questa scalata. Mi godo anche questo obiettivo raggiunto”.

Non a caso il mediano è un leader silenzioso, anche se sa mordere e alzare la voce quando necessario. Un centrocampista vecchio stile, tutta sostanza e corsa, con un occhio sempre rivolto ai compagni. Una carriera improntata nel segno del tecnico Pierpaolo Bisoli perché “mi ha dato tutto, con lui mi sono espresso nel migliore dei modi. L’esordio tra i professionisti invece è merito di Fabrizio Castori, mi ha dato in seguito fiducia nel proseguo della mia carriera”. Il picco più alto fino ad ora raggiunto è “la promozione di Piacenza nel 2009-2010. E’ stata l’annata più bella che abbia mai fatto”.

Il rovescio della medaglia, una volta raggiunta la massima serie che mancava da 19 anni in città, è stato l’addio forzato al Cavalluccio. “Son dovuto andare via – spiega il centrocampista -. È stata una grossa mazzata da incassare”. Dal passato affiora anche il ricordo sbiadito rappresentato dalla squalifica post promozione rimediata a Lumezzane. In quel Cesena targato Castori c’era anche Maurizio Lauro, “mi sento spesso con lui, Volta e Succi anche perché sono rimasti in zona”.

Con un futuro prossimo diviso tra salvezza anticipata e sogno playoff in Serie C, il conte è atteso anche dal rinnovo contrattuale. Da qui a giugno ne sapremo di più.

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