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ARTE

"La bellezza è donna", mostre a Bagno di Romagna

I maestri cesenati Luciano Cantoni e Luciano Navacchia espongono dal 21 settembre, a cura di Francesca Caldari

(opera di Navacchia)

È la donna il fil rouge della ricerca espressiva dei maestri cesenati Luciano Cantoni e Luciano Navacchia, protagonisti del terzo appuntamento espositivo di "Bagno d’arte". Dal 21 settembre al 3 novembre a Palazzo del Capitano a Bagno di Romagna è di scena "La bellezza è donna", con inaugurazione sabato 21 alle 16.30. Come sempre la mostra contaminerà tutto il borgo: le creazioni dei due artisti si potranno ammirare anche all’Hotel Tosco Romagnolo, al Ròseo Euroterme Wellness Resort, alle Terme di Sant’Agnese e al Cenacolo Santa Lucia. L’iniziativa è promossa dal Comune e curata come sempre da Francesca Caldari.

Cantoni con la pittura e Navacchia con la scultura sono autentici cantori della bellezza interiore femminile. Nello specifico, a Luciano Cantoni - artista dallo stile sobrio, raffinato, elegante - interessa raccontare di donne colte in momenti di riflessione, di preoccupazione, talvolta ritratte in posture complesse. A lui infatti preme coglierne i più intimi e segreti stati d’animo, con una forte componente psicologica. Da alcuni anni l’artista predilige l’utilizzo di tele di juta grezza applicata su legno, che conferisce alle opere un sapore antico e accentua l’espressività dei soggetti, su cui aggiunge stucchi tinti con mordenti e terre, per ottenere una base materica e rugosa che gli permetta di imprimere maggiore intensità.

“Cantoni appresenta giovani donne, per lo più volti, con tagli dalle inquadrature particolari, inconsuete, mai banali, su cui si condensa il pathos, sia esso legato ad angoscia, senso di solitudine, o inquietudine - spiega la curatrice Francesca Caldari -. La sua pittura psicologica, sensuale, dai colori tenui e delicati, mai esagerati, non punta all'amplificazione della bellezza esteriore ma a quella dei sentimenti, dei turbamenti, delle ansietà dei nostri giorni”.

La figura femminile, idealmente proveniente da mondi lontani, è da sempre il soggetto dominante per Luciano Navacchia. In questa esposizione presenta opere scultoree realizzate attraverso l’assemblaggio di metalli sapientemente lavorati e decorati. Figure femminili solenni, ideali e simboliche, appartenenti a civiltà perdute, in grado di ricondurre la memoria ai popoli dell’Africa e dell’Egitto, ma anche alla figura della donna villanoviana, dagli abiti splendidi e dai gioielli maestosi, con un’identità forte e un ruolo importante all’interno della società.

Dal 2010 Navacchia si dedica con continuità e strenua volontà di ricerca alla scultura, traducendo plasticamente la figura femminile con materiali di riuso e originali soluzioni tecniche, riscuotendo un enorme successo di pubblico e di critica, sia per il curioso procedimento creativo sia per la grande carica espressiva dei suoi lavori. “Le sue sono donne austere, ieratiche, solenni, che paiono approdate nel nostro secolo da scavi archeologici, ma che ad uno sguardo più attento sono in realtà donne calate nella condizione esistenziale del nostro tempo - sottolinea Caldari -. L’impianto compositivo è solido, imponente, robusto, solenne, spesso statico, tipico della statutaria classica, così come i valori che la figura femminile riesce ad esprimere e il senso di rispetto che le si deve riservare”.

Questi gli orari della mostra al Palazzo del Capitano: sabato 15,30-18,30, domenica 10.30-12.30 e 15.30-18.30; 1 novembre 10.30-12.30 e 15.30-18.30. L'ingresso è libero.

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