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Don Tonelli ai funerali di Luciano Marani: "Ci ritroveremo nella domenica che non conosce tramonto. Uomo di fede, aveva un legame stretto con la Madonna del Monte"

Infine l'eredità spirituale. "Si è lasciato condurre dall'invito, che suona quasi come un imperativo "Se tu vuoi..." che ha perseguito nella sua vita. Accogliamo i suoi buoni esempi e le sue buone parole. Allora Luciano non solo sarà vivo in Cristo, ma anche in noi, nei nostri gesti e nelle nostre parole"

Don Pierluigi Tonelli mentre incensa la salma di Luciano Marani deceduto venerdì scorso in un incidente stradale sulla E45

Si sono svolti questa mattina nella chiesa di Madonna delle rose i funerali del noto imprenditore cesenate nel settore degli autotrasporti, Luciano Marani, 84 anni, deceduto venerdì scorso 14 giugno in un incidente stradale sulla E45 (cfr sezione "Leggi anche"). Marani per anni è stato anche socio del Rotary cittadino. 

Nell'omelia il parroco, monsignor Pierluigi Tonelli, ricorda ai numerosi fedeli presenti, ai familiari e agli amici, che "a Luciano dobbiamo affetto e riconoscenza". A lui, aggiunge il sacerdote, "come abbiamo appena cantato era chiaro che il Signore è il mio pastore, non manco di nulla".

Il prete ricorda l'ultima domenica trascorsa assieme, il 9 giugno. "Come facevamo sempre - aggiunge - dopo la Messa in auto andavamo al bar. Così abbiamo fatto anche l'altra domenica. E ci siamo dati appuntamento a quella successiva che non ci sarà. Ma ci ritroveremo nella domenica domenica che non conosce tramonto".

Don Tonelli ricorda l'infanzia di Marani, "cresciuto nella nascente parrocchia di Sant'Egidio con don Dino Cedioli, un sacerdote pieno di fantasia. Negli anni divenne anche presidente nazionale degli autotrasportatori italiani".

Quindi legame con la Chiesa e la sua vita personale. "Era un uomo di fede - aggiunge il parroco -. Aveva un affetto particolare per la Madonna del Monte dove si recava quasi ogni mattina".

La sua salute, negli ultimi tempi, non era così sicura, ma questo non gli impediva di essere sereno. "Chi ci separerà dall'amore di Cristo? - ricorda il sacerdote, come è stato letto nella prima lettura tratta da san Paolo -. E questo valeva per Luciano", nonostante le fatiche della salute.

Infine l'eredità spirituale. "Si è lasciato condurre dall'invito, che suona quasi come un imperativo "Se tu vuoi..." - conclude il sacerdote - che ha perseguito nella sua vita. Accogliamo i suoi buoni esempi e le sue buone parole. Allora Luciano non solo sarà vivo in Cristo, ma anche in noi, nei nostri gesti e nelle nostre parole". 

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