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La celebrazione degli 80 dalla Liberazione della città

Erano le 14,45 del 13 maggio 1944 quando Cesena venne bombardata per la prima volta. Furono 700 le vittime civili

A sinistra il prefetto Rinaldo Argentieri. A destra il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca

Oggi, 20 ottobre 2024, si celebra l’ottantesimo anniversario della Liberazione della città di Cesena dall’oppressione nazifascista. Lo ricorda il Comune di Cesena con una nota inviata alla stampa, vista la celebrazione avvenuta questa mattina in piazza del Popolo.

Per l’occasione, e nonostante il maltempo, la cerimonia istituzionale tenuta sotto al porticato del Comune è stata partecipata da molti cesenati, associazioni d’arma e combattentistiche, rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni locali che nel corso di queste settimane hanno collaborato con l’Amministrazione comunale, e la presidenza del Consiglio comunale, alla definizione del programma di eventi e iniziative.

 

La commemorazione istituzionale è stata introdotta dalle note del "Quartetto n. 8 in Do Minore, op. 110" di Shostakovich a cura del quartetto Zenith del conservatorio "Maderna-Lettimi". A seguire, il prefetto Rinaldo Argentieri e il sindaco Enzo Lattuca hanno deposto la corona di alloro sulla lapide a Cesena Medaglia d’argento al Valor militare.

 

 Erano le 14,45 del 13 maggio 1944 quando Cesena venne bombardata per la prima volta e, per chi c’era, questa data è rimasta scolpita indelebilmente nella memoria, perché ha segnato l’avvio del periodo più terribile della guerra. Nei sette mesi successivi si abbatterono sulla città 76 fra bombardamenti e mitragliamenti aerei (l’ultimo l’11 dicembre 1944, quando la città era già stata liberata), mentre nelle campagne se ne registrarono altri 62. Nei 138 bombardamenti che colpirono il cesenate morirono circa 700 civili: uomini, donne, bambini, anziani, malati che non avevano altra colpa se non quella di non essere riusciti a trovare un rifugio sicuro. A loro si aggiungono i 1800 che rimasero feriti e che, in molti casi, subirono mutilazioni permanenti, e i tanti che persero tutto. Giorni e mesi in cui chi poteva trovava riparo dai bombardamenti anche nel rifugio antiaereo realizzato sotto le mura della Rocca.

 

“La libertà di cui godiamo da 80 anni – commenta il sindaco Enzo Lattuca (foto sotto) – la democrazia che è stata costruita, l’uguaglianza e la giustizia che la Costituzione ci prescrive di ricercare sono figlie di questa storia sofferta e di generazioni che le hanno conquistate con dolore, sacrificio, impegno. Quando persino il Re d’Italia Vittorio Emanuele III e il capo del governo Pietro Badoglio, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fuggirono da Roma, mandando in frantumi l’esercito italiano e consentendo all’ex alleato tedesco di occupare oltre due terzi del territorio italiano, c’era chi fece una scelta ben precisa, la scelta giusta. Tantissimi – civili, militari, religiosi, forze armate e forze dell’ordine, servitori di uno Stato che si era dissolto – pagarono questa scelta con la prigionia o con la loro stessa vita. A loro prima di tutto va la nostra riconoscenza. A noi spetta il dovere di ricordare, senza alcuna cultura della rimozione. Anzi, con il dovere di continuare a distinguere le ragioni patriottiche della democrazia e della libertà dal torto oppressivo della dittatura”.

Liberazione di Cesena celebrazioni del 20 ottobre (1)

 

Poi riprendendo le parole pronunciate dal presidente della Repubblica, Sandro Pertini, nel 1979,  “Io alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie”. “Con questa frase, che abbiamo scelto per il manifesto celebrativo di questo 80esimo, il Presidente Pertini si rivolgeva direttamente ai giovani, ma le sue parole valgono, oggi come allora, per tutti. Per me, che sono andato a riascoltarmele, valgono come un monito ed un testamento civile”, prosegue il Sindaco.

 

Respingiamo sempre, ogni approccio autoritario, difendendo e riaffermando il principio di libertà come presupposto delle scelte di ciascuno di noi, qualsiasi esse siano. La Costituzione è nata da un grande sforzo di bilanciamento e di compromesso, dopo un periodo di guerra e miseria. Oggi è compito quotidiano di ciascuno di noi continuare ad impegnarci perché non si abbandoni questa logica di dialogo, altrimenti il rischio è che salti tutto. La Costituzione, i principi in essa contenuti, oltre che una garanzia per la libertà e la realizzazione delle aspirazioni di ciascuno di noi, devono essere la nostra grammatica civile. Giornate come quella di oggi ci permettono, ci obbligano anche per certi versi, ad insistere sul valore democratico della nostra comunità nazionale, della Repubblica di cui siamo cittadini e che molti di noi, qui presenti oggi, hanno l’onore di servire. Viva la Liberazione di Cesena; viva l’Italia democratica e antifascista”, conclude il sindaco Lattuca.

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