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Scuola: Save the Children, dati Invalsi certificano la crescita delle diseguaglianze

L’Organizzazione chiede subito interventi favore di bambini e adolescenti più svantaggiati e un impegno immediato a garantire l’apertura di tutte le scuole in presenza a settembre

 foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

 

I dati Invasi certificano il fatto che se la crisi ha colpito complessivamente tutti gli studenti, i bambini e ragazzi che erano già in condizioni di svantaggio hanno subito le conseguenze più gravi. I mesi lontani dalle aule hanno contribuito ad aumentare le diseguaglianze, accrescendo le difficoltà di quei bambini e adolescenti che si sono trovati a seguire la didattica a distanza senza gli strumenti e le condizioni idonee, privi di supporto adeguato, e sono stati lasciati cosi indietro rispetto ai compagni. Qualunque dibattito sulla riapertura o meno delle scuole a settembre, a fronte di questi dati, è inaccettabile e tutti gli sforzi devono essere volti a ridare a tutti gli studenti la possibilità di tornare in classe, altrimenti rischiamo di condannare quelli più vulnerabili a un percorso senza uscita”.

Cosi Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia- Europa di Save the Children.

 

Alle scuole medie – sottolinea Save the Children - il 39 per cento degli studenti che hanno svolto i test, non raggiunge il livello minimo di competenze in italiano, e il 45 per cento in matematica con un aumento, per entrambe, di 5 punti percentuali rispetto al 2019. Alle scuole superiori il learning loss è ancora più marcato: si passa infatti dal 35 per cento di studenti che non raggiungono le competenze minime di italiano nel 2019, al 44 per cento nel 2021, e in matematica dal 42 per cento nel 2019, al 51 per cento nel 2021.  

L’incremento delle quote di studenti in difficoltà è molto più accentuato tra coloro i quali provengono da famiglie svantaggiate dal punto di vista socio-economico, e che vivono nelle regioni del sud, dove oltre la metà degli studenti non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica e lettura. In crescita, di 2,5% rispetto al 2019, anche il dato relativo all’abbandono scolastico che si attesta al 9,5%: anche in questo caso, sottolinea Save the Children, maggiormente danneggiati sono stati i minori più svantaggiati dal punto di vista socioeconomico, il 12,3% dei quali abbandonano la scuola prematuramente (a fronte del 5,3% per gli alunni che provengono da famiglie non svantaggiate dal punto di vista socioeconomico). E anche in questo caso più penalizzati coloro che vivono nelle regioni sud, dove il tasso di abbandono si attesta al 14,8% (nelle regioni al nord scende al 2,6%).

“Il quadro prospettato oggi nella presentazione dei risultati delle prove Invalsi deve necessariamente obbligare le istituzioni a una riflessione che non può più essere rimandata e che deve portare subito ad interventi concreti. È necessario investire nella scuola, ma non è possibile “far parti uguali tra diseguali”: bisogna immediatamente correre ai ripari e investire per colmare le diseguaglianze che si sono acuite in questo ultimo anno e mezzo, affinché nessun bambino o ragazzo venga lasciato indietro” conclude Raffaela Milano.

La povertà minorile, ricorda Save the Children , in poco più di dieci anni è aumentata di dieci punti percentuali (1) e ha raggiunto nel 2020 il suo massimo storico degli ultimi 15 anni: 1 milione e 346 mila minori (il 13,6 per cento dei bambini e degli adolescenti in Italia), ben 209mila in più rispetto all’anno precedente, sono in condizioni di povertà assoluta. Un dato destinato a crescere con la crisi economica generata dal Covid e dovuto, in larga parte, all’aumento consistente del numero di genitori che hanno perso temporaneamente o definitivamente il lavoro, 345.000 durante l’anno trascorso (2), e la conseguente diminuzione delle loro disponibilità economiche.

[1] Fonte ISTAT, La Spesa per Consumi delle Famiglie (2008-2020)

[2] Fonte ISTAT (2021)

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