Salute
I vescovi alla Regione: “Sia consentita la presenza dei familiari accanto agli ammalati ricoverati”
La Consulta regionale della pastorale della Salute Ceer ha inviato una lettera al presidente della Regione Stefano Bonaccini
Una lettera al presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, all’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, e per conoscenza al difensore civico, Carlotta Marù, “affinchè venga rapidamente consentita la presenza dei familiari accanto agli anziani e agli ammalati ricoverati negli ospedali e nelle strutture socio-sanitarie di ricovero, nel rispetto del contesto sanitario attuale e della normativa vigente”.
A inviarla nei giorni scorsi è stata la Consulta regionale della pastorale della Salute della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna (Ceer), guidata dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna. Nella lettera, pubblicata integralmente sul Corriere Cesenate n. 27 in edicola da oggi, giovedì 14 luglio, e firmata dal nostro vescovo Douglas Regattieri, presidente della Consulta regionale della pastorale della Salute, e dal direttore dell’Ufficio regionale di pastorale della Salute, Dante Zini, si chiede di “ripensare alla realtà dei ricoveri negli ospedali della regione Emilia-Romagna, aggravata dalla pandemia da Covid-19, in particolare per quanto riguarda la dimensione terapeutica dell’incontro umano, che comprende i legami naturali”.
“La presenza del familiare - prosegue la lettera - deve essere considerata parte fondamentale della cura del malato, specie se fragile o non autosufficiente. Se poi il malato ha anche bisogno di supporto per le esigenze della vita quotidiana, è allettato, ha disturbi cognitivi e comunicativi, la presenza costante di un familiare, o di chi per esso, deve ritenersi indispensabile ed essere garantita, pena il decadimento globale e l’aggravamento delle condizioni generali del malato, specie se anziano”.
Si chiede, pertanto, che “venga riconosciuto come diritto inalienabile per tutte le persone non autosufficienti quello di poter godere dell’assistenza non sanitaria da parte dei parenti”.
Nel testo, poi, si interpella la Regione affinchè “favorisca una svolta culturale, che comprenda in maniera sostanziale la cura della dimensione relazionale e di quella spirituale come componenti costitutive dell’assistenza” e che, a tal fine, si adottino “opportune indicazioni ufficiali, da parte della Regione, sull’importanza di tali componenti della cura e dell’accesso dei parenti al letto dei malati”. La Consulta, inoltre, comunica la disponibilità delle Diocesi e dei cappellani ospedalieri a collaborare con le Aziende sanitarie.
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