La pressione degli esami di riparazione

«L'estate sta finendo e un anno se ne va, sto diventando grande: lo sai che non mi va». Queste parole, intonate dal duo Righeira nel 1985, risuonano ancora oggi come una potente verità. Crescere è un processo affascinante ma spesso arduo, un cammino costellato di sfide che forgiano il nostro carattere e ci preparano all'età adulta.

Per molti studenti delle scuole superiori, il crepuscolo dell'estate porta con sé l'ombra degli esami di riparazione. Questi ultimi giorni di agosto e i primi di settembre si trasformano in un periodo di intensa pressione, generando non solo stress psicologico, ma anche una serie di manifestazioni fisiche: disturbi gastrointestinali, eruzioni cutanee, palpitazioni e tensioni muscolari, sono solo alcune delle somatizzazioni comuni.

Il quadro si complica ulteriormente alla luce di un fenomeno allarmante che si sta riscontrando negli ultimi anni. Dalla pandemia in avanti, si è registrato un significativo aumento delle sindromi ansioso-depressive tra gli adolescenti. Questa tendenza spinge alcuni giovani verso l'uso improprio di farmaci, alcol e sostanze stupefacenti, in un tentativo maldestro di automedicazione.

Ma come si può affrontare emotivamente la sfida degli esami di riparazione?

Un'arma potente nella lotta contro lo stress pre-esame è l'attività fisica. L'esercizio fisico non solo aiuta a scaricare la tensione accumulata, ma stimola anche la produzione di endorfine, i cosiddetti "ormoni del buonumore", migliorando sensibilmente la qualità del sonno. Inoltre, l'attività fisica aumenta l'ossigenazione del cervello, potenziando le capacità cognitive e la concentrazione.

In conclusione, mentre l'estate volge al termine e gli esami si avvicinano, ricordiamo che la crescita, pur nelle sue difficoltà, è un processo che ci arricchisce. Con gli strumenti giusti e il supporto adeguato, anche le sfide più ardue possono essere affrontate e superate, trasformandosi in preziose opportunità di apprendimento e maturazione.