Dal Mondo

Il primo ministro britannico forza la mano e chiude la Camera dei Comuni per bloccare ogni azione parlamentare volta a evitare il "no deal". Johnson chiama in causa la Regina. Le opposizioni gridano al "golpe costituzionale". L'arcivescovo anglicano Welby  annuncia la partecipazione a un’assemblea di cittadini sul Brexit. L'Unione europea, con i suoi Stati membri, osserva con preoccupazione gli eventi di Londra, ma ormai il legame tra i 27 e l'isola è compromesso

Intervista al presidente della Federazione degli studenti cattolici di Hong Kong. “Non vedo il mio futuro in modo molto positivo. Sebbene l'indipendenza sia difficile da raggiungere, alcune persone di Hong Kong, tra cui me, rimaniamo e lottiamo per la nostra libertà, cercando di evitare che Hong Kong diventi Cina”. Poi un appello ai giovani di tutto il mondo perché abbiano sempre e ovunque “il coraggio di lottare per la propria libertà e la giustizia”: “Abbiamo il tempo davanti a noi e siamo il futuro della società”.

Sulla crisi libica pesano un’instabilità che dura ormai da un decennio, fatta di divisioni interne, ma anche un mancato impegno politico dei membri della Comunità internazionale o un’Onu meno occupata a mantenere l’equilibrio non tra i libici, ma fra chi ha interesse su quel territorio

Sarebbe un errore attribuire la svolta, che rischia di incendiare una regione da sempre “calda”, a una contingenza politica o a un capriccio populista di Modi, che pure ha fatto del tema uno dei caposaldi della propaganda con cui ha stravinto le elezioni politiche del maggio scorso

Città lontane eppure tutte in lacrime per la stessa identica ragione: sparatorie di massa. Morti. Feriti. E gli autori sono ancora una volta bianchi, americani, armati di fucili che in un minuto hanno tranciato la vita di 9 persone nella zona culturale e notturna di Dayton e ne hanno uccise ben 20 al centro commerciale di Walmart a El Paso, mentre a Chicago si conta un morto e 11 feriti in un parco e in quartiere periferico.