Dal Mondo

“Continuare a dialogare per costruire l’Europa che tutti vogliamo”, di fronte alle “tendenze di ripiegamento su se stessi, di messa in discussione di quello che diciamo è il progetto europeo”. È l’auspicio del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, espresso a margine della cerimonia di consegna del Premio internazionale “Economia e società”, svoltasi oggi a Roma presso il Palazzo della Cancelleria.

I capi di Stato e di governo riuniti il 28 maggio a Bruxelles hanno valutato i risultati delle elezioni e discusso sulla definizione delle principali cariche - i top job - dell'Unione. Secondo il presidente del Consiglio europeo la "casa comune" si rafforza con il voto popolare e dietro lo spauracchio del disastroso Brexit. Manca invece una riflessione approfondita sull'avanzata sovranista in alcuni Paesi

Primo passo della nuova legislatura del Parlamento europeo è definire le modalità per la selezione del presidente della Commissione. I gruppi politici sono (quasi tutti) concordi nel seguire il processo degli “spitzenkandidaten”: presidente deve essere uno dei volti scelti dai gruppi stessi per la campagna elettorale

Intervista al presidente dei vescovi Ue, monsignor Hollerich: “I populisti hanno vinto grandemente in qualche Paese ma in altri sono diminuiti. È pertanto chiaro che il populismo in Europa non è la risposta alla crisi politica”. E sul voto italiano osserva: “L’Italia ha avuto negli ultimi anni una economia terribile. La gente è più povera oggi rispetto a dieci anni fa, mentre per tutti gli altri Paesi in Occidente non è stato così. La gente sente questo problema e ha votato per chi ha fatto delle promesse” 

Pubblichiamo ampi stralci di una “lettera pubblica e aperta” di monsignor Mario Moronta, vescovo di San Cristóbal e vicepresidente della Conferenza episcopale venezualana indirizzata al presidente del venezuela Nicolás Maduro

Con il voto del 26 maggio gli italiani scelgono i loro rappresentanti all'Europarlamento. Quale la composizione e i compiti dell'assemblea? E quelli di Commissione e Consiglio? Sir ci accompagna in questo tour nel quartiere europeo a Bruxelles

Fr. Olivier Poquillon, segretario generale dei vescovi Ue: “Il Vangelo lo dice: l’albero si giudica dai suoi frutti. Il cristianesimo non è una cultura ma un’identità. Siamo quindi capaci di guardare all’Europa con lo sguardo di Cristo? Di agire come lui per i più deboli, di andare a toccare l’intoccabile, di dialogare con il nemico. Guardiamoci dai falsi profeti, da chi utilizza i simboli cristiani per dire il contrario di Cristo”

“La buona coscienza non è la pace di Cristo”. Attorno a questo concetto, si è incentrata ieri sera l’omelia dell’arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit, alla 11ª veglia di preghiera per la vita che, su invito di tutti i vescovi dell’Île-de-France, si è celebrata ieri nella chiesa di Saint-Sulpice sul tema “Nella prova: scegliere la vita”.

John Curtice, docente di politica all’università di Strathclyde, analista di sondaggi per la Bbc, spiega la situazione nel suo Paese. Il 23 maggio i britannici saranno chiamati a scegliere i deputati del Parlamento di Strasburgo dal quale hanno preso le distanze. Partiti divisi al loro interno, Westminster incapace di decidere, euroscetticismo alle stelle. E May potrebbe essere costretta a lasciare...