Dal Mondo

L’America che si recherà alle urne il prossimo novembre non è baldanzosa: piegata dall’emergenza Covid-19, spaventata dalla recessione economica, spaccata sul fronte economico-sociale e su quello politico. Ma tiene quella parte del Paese, silenziosa e attiva, lo scheletro più forte degli Usa, fatta ancora una volta da chi si rimbocca le maniche per Dio e per gli uomini

Il settimanale della diocesi cattolica di Hong Kong “Examiner” apre con la notizia dell’attacco informatico ai computer della Holy See Study Mission e della diocesi. Sul sito, monsignor Javier Herrera Corona, capo della Missione di studio della Santa Sede di Hong Kong, spiega che la sua istituzione ha vissuto una lunga storia di attacchi informatici, tra cui truffe ed e-mail fraudolente, ma dice anche di non avere prove di un “attacco specifico”, come asserito da Recorded Future

Per Aristide Gazzotti, missionario laico originario della provincia di Reggio Emilia, queste sono settimane di attività straordinaria. La sua “creatura” si chiama, appunto, Cittadella dell’Arcobaleno, con sede a Cochabamba, una delle principali città boliviane, è nata nel 2007 e dà accoglienza a minori in situazione di disagio, fragilità o malattia, insieme alle loro famiglie. Ma da quando il Covid-19 ha iniziato a far sentire i suoi effetti anche in Bolivia, l’attività di Gazzotti e dei suoi collaboratori si è allargata

Trattative prolungate e spigolose a Bruxelles. La politica richiede tempo, pazienza, diplomazia. Si rafforza la politica economica comunitaria. Il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, commenta: “l'Europa è più forte delle proprie divisioni”. E l'Italia ha una nuova buona occasione da mettere a frutto

L’avanzare mano nella mano dei presidenti Mattarella e Pahor verso la storia (alla Foiba di Basovizza e al monumento ai caduti sloveni) è la rappresentazione simbolica ed eloquente del cammino compiuto negli ultimi 70 anni dalle genti di queste terre: c’è stato il tempo del rancore, della paura, della diffidenza ma poi, passo dopo passo, si è scoperto che procedere insieme ristabiliva quel legame che l’idiozia degli uomini aveva solo momentaneamente interrotto

“Le persone erano in condizioni pessime – dice il comandante, di nazionalità siriana -. Abbiamo proceduto verso Lampedusa ma l’Italia ha rifiutato questi migranti. Abbiamo chiamato Malta e abbiamo proseguito verso le acque territoriali di Malta. Poi è arrivata una tempesta e siamo stati costretti, per evitare onde altissime, a spostare i migranti sul ponte 6 che usiamo per il trasporto degli animali, ma è un luogo sporco non adatto alle persone”