Longiano
Muro contro muro alla Rsa Castello, lavoratori in stato di agitazione
I sindacati confederali denunciano l'applicazione nella struttura di un contratto non sottoscritto da organizzazioni rappresentative, oltre al disinteresse della politica locale per le sorti dei lavoratori
I sindacati confederali denunciano l'applicazione nella struttura di un contratto non sottoscritto da organizzazioni rappresentative, oltre al disinteresse dell'Amministrazione comunale per le sorti dei lavoratori.
Le sigle che, su mandato dei lavoratori della Rsa Colle Carducci "Il Castello" di Longiano, hanno proclamato lo stato di agitazione del personale sono Fp-Cgil, Fisascat-Cisl, Uil-Fpl e Uil-Tucs.
"Ancora oggi perdura in questa Struttura accreditata dalla Regione Emilia Romagna, nell’assoluto silenzio della Amministrazione di Longiano, l’applicazione di un contratto nazionale di lavoro sottoscritto da Organizzazioni Sindacali non rappresentative sul piano Nazionale - informano i sindacati confederali in una nota -. Il tutto nonostante una delibera Regionale del 2017 che ha nuovamente chiarito che i servizi oggetto di accreditamento devono essere erogati da aziende che sottoscrivono un contratto nazionale di lavoro con le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Nel corso di questi anni tutti i soggetti pubblici deputati al controllo si sono detti incapaci di poter intervenire a fare chiarezza e di garantire un adeguato livello contrattuale ai lavoratori. Questa situazione ha fatto si che, in ragione del paravento di un contratto sottoscritto con Organizzazioni sindacali non rappresentative, Cgil Cisl e Uil non vengano più convocate nemmeno dietro a formali richieste di incontro per confrontarsi su scelte aziendali che prevedono di ridurre le ore di assistenza erogate e contemporaneamente aumentare i compiti previsti nei piani di lavoro riferiti a quegli stessi orari ottenendo come risultato turni massacranti e l’impossibilità materiale di svolgere tutti i compiti affidati all’interno dei turni ordinari di lavoro"
"La responsabilità di essere giunti a questo punto, lo ripetiamo nel caso in cui non fosse ancora chiaro, se la deve assumere solo ed unicamente la direzione aziendale della Rsa Colle Carducci che, sorda agli accorati appelli al dialogo e alla responsabilità richiesti Cgil, Cisl e Uil e grazie all’immobilismo della politica locale, ha preferito seguire la strada del mancato confronto anche durante il periodo della emergenza Covid costringendo le Organizzazioni Sindacali ad inoltrare una formale comunicazione al Prefetto di Forlì-Cesena".
I sindacati maggiori chiudono la propria nota, firmata da Antonio Sarpieri, Michele Dall’Ara, Paolo Manzelli e Maurizio Milandri, auspicando "una tempestiva convocazione da parte della direzione aziendale per rimediare ai danni del vergognoso silenzio e disinteresse dimostrato nei confronti di chi, in carne ed ossa, rappresenta quei lavoratori stremati ma che con spirito di dedizione e stringendo i denti continuano a tutelare la salute e la sicurezza degli ospiti della struttura".
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