Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 21 luglio - 16ª domenica Tempo Ordinario - Anno B

PASTORE VERO E UNICO CON VISCERE DI MISERICORDIA

Ger 23,1-6; Salmo 22; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34

Gli apostoli ritornano dalla missione. Questo brano non segue direttamente quello del loro invio perché Marco vi ha collocato nel mezzo il racconto del martirio di Giovanni il Battista a opera di Erode Antipa, tetrarca di Galilea e Perea dal 4 a. C. al 39 d. C.

Il testo di domenica 21 luglio si riallaccia alla liturgia della domenica precedente. Ritornare dalla missione alla base di partenza, da chi ti ha inviato, rimane un fatto positivo, giusto, utile in tutti i sensi; raccomandato in tutti i tempi della Chiesa. La verifica bisogna farla, e farla con sincerità, con spirito evangelico. Non possiamo dirci veri inviati di Cristo senza rendere conto a qualcuno del nostro lavoro.

Gli apostoli si radunano attorno a Cristo per raccontare quello che avevano fatto e insegnato, cioè la loro prima esperienza di missione. Anche se non si dice, immaginiamo che i Dodici abbiano riferito a Gesù l’essenziale e non tanto i fatterelli o altre cose frivole. Dopo averli ascoltati, Cristo invita i suoi apostoli a seguirlo in un luogo deserto: essi sono pur sempre esseri umani che hanno bisogno di riposo e di solitudine, lontano dalla pressione della folla e da tanto viavai.

«Erano infatti molti quelli che andavano e venivano» (6,31). Viene spontaneo citare il Salmo della Messa di questa domenica: «Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce» (Sal 22,1-2). Poi si dice: «E non avevano neanche il tempo di mangiare».

Questa affermazione può riferirsi ai Dodici, ma anche alla folla. Partiti con la barca andarono verso un luogo deserto, ma quando sbarcarono videro, con sorpresa, tanta folla ad aspettarli: molti erano accorsi là a piedi da tutte le città.

Gesù, vedendo tanta gente «ebbe compassione» di loro: il verbo, in greco, ha un richiamo alle «viscere» che nella Bibbia sono la sede di pietà, compassione e misericordia, e non dell’ira. Perché Cristo ha compassione? «Perché erano come pecore che non hanno pastore». Qualcosa di simile e in un altro contesto - dice la lettera di San Pietro: «Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anima» (1Pt 2,25).

Gesù si commuove perché la folla sembra un branco di pecore senza pastore. Tutte queste persone, stanche e abbandonate a se stesse, avevano bisogno di una guida, di un punto di riferimento: ed eccoci lì, davanti a loro, il Pastore vero, capace, unico, con viscere di misericordia.

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